La stenosi aortica sintomatica severa colpisce oltre il 40% dei pazienti valvolari anziani e se non trattata porta inevitabilmente a uno stato di completa disabilità e a una sensibile riduzione della sopravvivenza.
L'intervento di sostituzione valvolare aortica (AVR), pur rappresentando il trattamento di elezione, nei pazienti in età più avanzata e con gravi comorbidità è spesso gravata da un elevato rischio operatorio. Da qualche anno, per questo tipo di pazienti, è disponibile un nuovo approccio terapeutico che consiste nell'impianto percutaneo o transapicale di una bioprotesi valvolare (TAVI).
Dall'introduzione in Italia di questa procedura (2007) è stato possibile osservare una diffusione esponenziale che sta interessando progressivamente pazienti più giovani e con poche controindicazioni all'intervento chirurgico tradizionale. Nonostante questa rapida diffusione, non sono ancora disponibili in letteratura informazioni affidabili sull'efficacia a medio e lungo termine della TAVI e sull'effettivo profilo di costo-efficacia.
In accordo con la Federazione Italiana di Cardiologia e con le società scientifiche SICCH (Società Italiana di Chirurgia Cardiaca) e SICI-GISE (Società Italiana di Cardiologia Invasiva), in collaborazione tra Agenas, Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, Regioni e Agenzie Regionali, con il patrocinio dell'Italian Association of Cardiothoracic Anesthesia (ITACTA) e con il coinvolgimento attivo delle strutture sanitarie che operano nel settore, si è deciso di realizzare uno studio osservazionale per la valutazione comparativa di efficacia dei trattamenti TAVI e AVR.